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      Che non si esserciti piú giurisdizzione ecclesiastica contra quei della confessione augustana; del rimanente quella sia essercitata secondo l'antico costume. Formato il recesso, un'altra difficoltà nacque, per rimover la quale Ferdinando, usando l'assoluta potestà imperiale del fratello, decchiarò, consentendo l'ordine ecclesiastico, che i titolati e le città e communità sottoposte a prencipi ecclesiastici, i quali da molti anni avevano aderito alla confessione augustana e già ricevuto i riti e ceremonie di quella, osservandole anco tuttavia, non potessero da' prencipi loro ecclesiastici esser costretti a mutargli, ma possino continuare sino alla generale concordia di religione che sarà conclusa.
      Il pontefice Paolo, udito il recesso d'Augusta, si alterò gravissimamente; ne fece gran querela coll'ambasciatore imperiale e col cardinale d'Augusta, reprendendo che, senza saputa della Sede apostolica si fosse da Ferdinando introdotto trattazione in materia della religione, e minacciando che a suo tempo averebbe fatto conoscere et all'imperatore et a quel re, con molto loro pentimento, l'offesa fatta alla Sede apostolica; essortava a prevenir con revocar et annullar le cose concesse, per levar a lui l'occasione di proceder, come era per fare, non solo contra i luterani, ma anco contra loro, come fautori; offerendosi anco di aiutare, quando a ciò si disponessero, con l'autorità e con le armi, e commandare a tutti i prencipi cristiani, sotto pene e censure, che gli assistessero con tutte le loro forze.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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