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      I bavari ancora ricercarono il suo duca di libertà di religione, dimandando la libera predicazione dell'Evangelio, il matrimonio de' preti, la communione sub utraque et il mangiar carne ogni giorno, protestando che altramente non pagarebbono gravezze, né contribuzioni contra turchi. Il qual, vedendo che Ferdinando, suo suocero, aveva concesso a suoi la communione del calice, per aver esso ancora aiuto de danari da loro, gli concesse che potessero usar la communione del calice e mangiar carne per necessità ne' giorni proibiti, finché le cose della religione fossero accordate con publica autorità, restando nondimeno in vigore gl'editti fatti da lui in materia della religione; protestando con molte et ampie parole di non voler partirsi dalla Chiesa e dalla religione de' suoi maggiori, né mutar nelle ceremonie cosa alcuna senza la volontà del pontefice e dell'imperatore promettendo di far opera che il metropolitano e vescovi suoi approvino questa concessione e non diano molestia ad alcuno per queste cose. Il Palatinato tutto abbracciò la confessione augustana per esser morto l'elettore e successo il nipote, il quale era dicchiarato di quella confessione già molti anni, per quale anco aveva molte persecuzioni patito. Egli, gionto al principato, immediate proibí le messe e ceremonie romane per tutto 'l suo prencipato.
     
     
      [Il papa imprende una riforma, ma non vuol concilio se non a Roma]
     
      Ma il pontefice fatti i fondamenti di sopra narrati, voltato alle cose spirituali, giudicò che era necessario acquistar credito appresso il mondo, il che non si poteva, se prima non si fosse veduta in fatti e non in parole riformata la corte di Roma.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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