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      Imperoché immediate gionto et arrivato in Siviglia a' 24 settembre, per dar un grand'essempio ne gl'auspicii del suo governo e levare ad ogni uno la speranza, fece abbruggiar per luterani Giovanni Ponzio, conte di Baileno, insieme con un predicatore e molti altri del collegio di Sant'Isidoro, dove la nuova religione era entrata, et alcune donne nobili al numero di 13, e finalmente la statua di Constantino Ponzio, il quale, confessor di Carlo V nella solitudine sua, lo serví in quel ministerio sino al fine e raccolse nelle sue braccia l'imperatore moriente. Questo pochi giorni inanzi era morto [in] preggione, nella quale per imputazione d'eresia fu posto immediate dopo la morte dell'imperatore; la qual essecuzione, se ben contra una statua inanimata, pose terrore molto maggiore, concludendo ogn'uno non potersi sperare né connivenza, né misericordia da chi non riputava degno di rispetto quello che, infamato, disonorava la memoria dell'imperatore maggiormente. Passò poi il re in Vagliadolid, dove parimente in sua presenzia fece abbruggiar 28 della principal nobiltà del paese, e ritener preggione fra Bartolomeo Caranza, del quale s'è fatta frequente menzione nella prima ridozzione del concilio a Trento, fatto poi arcivescovo di Toledo, principal prelato di Spagna, toltogli tutte le entrate. E non si può negare che queste essecuzioni, con altre che poi alla giornata successero, se ben non tanto essemplari, fossero causa di mantener quelli regni in quiete, mentre altrove tutto era pieno di sedizioni; perché quantonque in molti, nella nobiltà massime, fossero seminate delle nuove opinioni, restarono però dentro degl'animi ascosti per la cauta natura de' spagnuoli d'aborrir i pericoli e non esporsi ad imprese ardite, ma solo mirar ad operar sicuramente.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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