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      Dopoi furono introdotti i noncii del papa; i quali, avendo lodato la pietà e religione del pontefice, il qual avendo preso conseglio di rinovar il concilio per estirpar le sette, poiché vi sono quasi tante religioni et evangelii quanti dottori, aveva mandato per invitargli ad aiutar cosí lodevole impresa, promettendo che tutto sarà trattato con carità cristiana, e che i pareri saranno liberi, presentarono anco brevi del pontefice scritti a ciascun d'essi. Il giorno seguente gli furono rimandati tutti i brevi ponteficii cosí serrati come erano e chiamati per ricever la risposta, la qual fu di questo tenore: che non riconoscevano alcuna giurisdizzione nel pontefice romano; che non era bisogno d'aprir a lui qual fosse la loro mente o volontà nel fatto del concilio, non avendo egli potestà alcuna né di convocarlo, né tenerlo; che hanno ben dicchiarato la loro mente e conseglio all'imperatore loro signore; che ad essi noncii, nobili d'una amicissima republica et ornati di degne qualità, offerivano ogni officio, e maggior cose farebbono, quando non venissero dal papa. Finirono con questo il convento, intimatone uno all'aprile per dar compimento al trattato di adunarsi tra loro.
      Il noncio Delfino nel ritorno espose il suo carico in diverse città dal senato di Norimberg ebbe risposta che non era per partirsi dalla confessione augustana, e che non accetterà il concilio, come quello che non aveva le condizioni ricercate da' protestanti. Simili risposte gli fecero li senati d'Argentina e di Francfort.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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