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      Alla qual ambasciata rispose il papa che nissuno desiderava il concilio piú di lui, dal quale non veniva la longhezza e dilazione, ma dalle diverse opinioni de' prencipi; per satisfare tutti quali, aveva dato alla bolla della convocazione quella forma che gli pareva piú propria per contentargli tutti. La causa per la quale in Francia mutarono opinione fu perché, vedendo quel regno in stato pessimo, riputarono che ogni mutazione fatta altrove non potesse se non megliorare la condizione loro.
      Di Spagna ancora scrisse il Terracina che dal re furono udite con approbazione le sue esposizioni, e quanto al negozio del concilio, dopo qualche consultazione col conseglio de' prelati suoi, si era risoluto finalmente d'accettar la bolla, senza moverci sopra alcuna difficoltà, e d'inviarvi i vescovi a' primi tempi commodi per viaggiare, et insieme deputare onorevole ambasciaria per assistervi. Avisò ancora che i prelati di Portogallo erano partiti dalle case loro e quel re aveva destinato ambasciatore, ma aver penetrato alcuni di quei prelati aver intenzione che nella sinodo fosse definita la superiorità del concilio al papa, sopra il qual punto studiavano e facevano studiare molti teologi. L'aviso fu stimato dal pontefice, il qual ponderava quello che potesse aspettare quando fossero ridotti i vescovi in concilio e trattassero tutti insieme, poiché prima che partire concepivano cosí alti pensieri, et aveva qualche dubio che il re et il suo conseglio potessero averci dentro qualche parte; nondimeno, come prudente, giudicò che, tenendosi il concilio, non quella sola, ma molte altre novità potevano esser proposte e tentate, non solo a sua diminuzione, ma ancora contra altri.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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