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      Il pontefice, ricevuto aviso che il colloquio era dissoluto senza effetto, sentí molto piacere e commendò il cardinale di Lorena e maggiormente quello di Tornon. Gli piacque molto il zelo del giesuita; diceva potersi comparare agli antichi santi, avendo senza rispetto del re e prencipi sostenuto la causa di Dio e rinfaciato la regina in propria presenza; per il contrario riprendeva l'arrenga del cancellario come eretica in molte parti, minacciando anco di farlo citar nell'Inquisizione. La corte ancora, appresso quale l'arrenga sudetta s'era divolgata, parlava molto mal di quel soggetto e congetturava che tutto 'l governo di quel regno avesse l'istessa disposizione versa Roma, e l'ambasciatore francese aveva che fare a difendersi.
      Non è da tralasciare quello che al cardinale di Ferrara avvenne, come cosa molto connessa alla materia di che scrivo. Quel prelato ne' primi congressi fu raccolto dal re e dalla regina con molto onore, e presentate le lettere ponteficie di credenza, fu riconosciuto per legato della Sede apostolica dalla Maestà regia e da' prelati e clero. Ma il parlamento, avendo presentito che tra le commissioni dategli dal pontefice una era di far instanza che fossero rivocati a moderati almanco i capitoli accordati ne' stati d'Orliens il genaro precedente, spettanti alla distribuzione de' beneficii, ma particolarmente quello dove era proibito di pagar le annate a Roma, né mandar danari fuori del regno per impetrare beneficii o altre grazie a Roma, il che penetrato dal parlamento, che fino a quel tempo non aveva publicato i decreti sudetti, acciò il cardinale non ottenesse quella che disegnava, gli publicò sotto il 13 settembre, e fece anco risoluzione di non conceder al legato che potesse usare le facoltà dategli dal pontefice: imperoché è costume di quel regno che un legato non può essercitare l'ufficio, se le facoltà sue non sono prima presentate et essaminate in parlamento, e per arresto di quello regolate e moderate, et in quella forma confermate per un breve del re; laonde, quando la bolla delle facoltà della legazione fu presentata, a fine d'esser, come dicono, approbata, fu negato apertamente dal cancellario e dal parlamento che la potesse usare, allegando che già era deliberato di non usare piú dispense contra le regole de' padri, né collazioni de' beneficii contra i canoni.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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