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      E dimandarono che essi potessero aver tanti voti, quante commissioni avessero da' vescovi, che per legitima causa non possano venir dal regno. Da' legati fu risposto con parole generali, rimettendosi a risolver dopo deliberazione matura, e della ricchiesta dato aviso al pontefice, dal quale fu in concistoro riferita; né vi fu difficoltà che tutti non concorressero in la negativa, essendo già deliberato che le risoluzioni si facessero, come già anco s'era fatto per l'inanzi, per pluralità de' voti e non per nazioni. Il che tanto piú era giudicato necessario, quanto la fama portava che i francesi, se ben catolici, venissero con quelli suoi pensieri sorbonici e parlamentarii, tutti rivolti a voler riconoscer il papa solo tanto quanto loro piacesse; e già s'era inteso qualche umor de' spagnuoli di voler sottopor il pontefice al concilio, et i legati da Trento avevano piú volte avisato che si scoprivano qualche mali umori ambiziosi di estendere l'autorità episcopale; et in particolar [i] spagnuoli artificiosamente proponevano esser necessario restringer l'autorità ponteficia, almeno tanto che non possi derogar a' decreti di questo concilio; altrimente vana sarebbe la fatica e la spesa per far un concilio che il papa potesse derogare con la facilità che quotidianamente, per leggierissime cause e senza quelle anco, deroga a tutti i canoni; a' quali tentativi consideravano i cardinali altro rimedio non vi esser, se non opponer il numero grande de' prelati italiani, quali superaranno, se ben s'unissero insieme tutti gl'oltramontani.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





Trento