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      E si deputorno prelati a ricever et essaminar i mandati et essecuzioni di quelli che pretendevano impedimenti per non andar al concilio.
      Questo luogo ricerca che dell'origine del proibir libri si raggioni, e con che progresso sia gionto allo stato in che si trovava in questo tempo, e che nuovo ordine fosse allora preso. Nella Chiesa de' martiri non fu proibizione ecclesiastica; benché alcune persone pie si facevano conscienza del legger libri cattivi, per non contravenire ad uno di 3 capi della legge divina: di fuggire la contagione del male, di non esporsi a' tentativi senza necessità et utilità, e di non occupar il tempo in cosa vana. Queste leggi, come naturali, restano sempre et obligherebbono noi a guardarsi dal legger libri non buoni, quantonque nissuna legge ecclesiastica vi fosse. Ma cessando questi rispetti, succedé l'essempio di Dionisio, vescovo alessandrino, celebre dottore, quale, circa l'anno del Signore 240, per queste cause essendo da' preti suoi ripreso, e per gli stessi rispetti titubando, ebbe visione che leggesse ogni libro, perché era capace di discernergli. Maggior pericolo nondimeno stimavano esser ne' libri de' gentili che d'eretici, quali piú erano aborriti e tanto piú ripresa la lezzione loro, quanto era frequentata da molti dottori cristiani per vanità d'imparare l'eloquenza; per questa causa san Girolamo, o in visione o in sogno, fu battuto dal diavolo, onde in quei medesimi tempi, circa il 400, un concilio in Cartagine vietò a' vescovi di poter legger libri de' gentili, ma concesse loro legger quelli degl'eretici; il decreto del quale è posto tra i canoni raccolti da Graziano.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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