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      Narrò l'osservanza de' prelati verso la Chiesa catolica, e di ciò chiamò per testimonio il cardinal varmiense che gli conosceva et era con loro conversato; esplicò la divozione della nazione ongara et il servizio che presta a tutta la cristianità con sostener la guerra de' turchi, e la particolar diligenza de' vescovi in opporsi alle machinazioni degl'eretici. Narrò il desiderio commune di tutti essi di trovarsi personalmente in quel concilio, quando non ostasse la necessità della loro presenza nel regno per defender le loro fortezze da' turchi, le quali sono a' confini, e per invigilare contra gl'eretici; onde costretti di far questo ufficio per mezo d'essi loro oratori, si raccommandavano alla protezzione del concilio, offerendo di ricever et osservar quello che fosse decretato. Rispose il secretario per nome del concilio che la sinodo aveva per certa l'allegrezza concepita dalla Chiesa d'Ongaria per la celebrazione del concilio generale, che restava pregar Dio per il felice fine di quello; che averebbe desiderato veder i prelati in persona, ma poiché sono impediti per queste cause provate col testimonio del cardinale varmiense, riceve la scusa, sperando che la religion cristiana riceverà utilità dalla loro presenza nelle proprie chiese; e tanto piú, avendo raccommandato le loro azzioni ad essi oratori, ottimi e religiosissimi padri; perilché abbraccia e loro et i loro mandati presentati.
     
     
      [Si tratta della residenza, con molta passione e diversità]
     
      Nelle congregazioni, che da' 7 sino a' 18 furono assiduamente tenute, fu da' padri detto sopra i primi 4 articoli, ma molto diffusamente sopra il primo della residenza.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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