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      Non è da tralasciare il parer di Paolo Giovio, vescovo di Nocera, che in sostanza disse esser il concilio ridotto per medicar una piaga grande certamente, che è la deformazione della Chiesa; della quale tutti sono persuasi esserne causa l'assenza delli prelati dalle sue chiese; il che da tutti affermato, da nissun è forse a bastanza considerato: ma non è da savio medico trattar di levar la causa senza aversene prima ben certificato e senza ben avvertite se, levandola, causerà altri mali maggiori. Se l'assenza de' prelati fosse causa delle corrozzioni, meno deformazione si vederebbe in quella chiesa, dove nel nostro secolo i proprii prelati hanno fatto residenza, i sommi pontefici già cento anni sono assiduamente fermati in Roma, hanno usato esquisita diligenza per tener il popolo instruito; non vediamo però quella città meglio formata. Le gran città, capi de' regni, sono le piú deformate, et a quelle non hanno i prelati loro mancato di risedere: per contrario, alcune misere città, che già 100 anni non hanno visto vescovo, sono le meno corotte; e de' vecchi prelati che sono qui presenti e nelle loro chiese hanno fatto continua residenza, che pur ve ne sono, nissun potrà mostrare la sua diocese migliore delle vicine che sono state senza vescovo. Chi dice che siano gregge senza pastore, consideri che non i vescovi soli, ma i parochi ancora hanno la cura delle anime; si parla de' vescovi solamente, e pare che non possino esser fedeli cristiani dove vescovo non sia; pur vi sono montagne che mai hanno veduto vescovi e possono esser essemplare alle città episcopali.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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