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      [Prebende e distribuzioni nelle chiese collegiate]
     
      Quello di che nel quarto capo si propose non appartiene salvo che alle chiese collegiate, le quali avendo dalla sua instituzione, tra le altre fonzioni, anco questa di congregarsi nella chiesa per lodar Dio alle ore da' canoni determinate, e perciò canoniche dette, ebbero insieme applicate rendite da' quali fosse tratto il vitto de' canonici, il qual era loro assegnato in un de' 4 modi: che overo in commune vivevano con una sola mensa e spesa, come i regolari, o pur erano compartite le entrate, et assegnata a ciascuno la sua porzione, perciò prebenda dimandata, overo finito il servizio era distribuito loro il tutto, o in vettovaglia, o in danari. Quelli che in commune vivevano, poco tempo continuarono a quella disciplina, che essi ancora vennero alla divisione, o in prebende, o in distribuzioni a' prebendati, essendo iscusati dagl'ufficii divini quelli che per infermità o per alcuna spirituale occupazione non potevano ritrovarsi. Fu facile usar il pretesto et introdur usanza d'intervenire poche volte nella chiesa e pur goder la prebenda; ma a chi la misura era distribuita dopo l'opera, non poteva iscusarsi, onde la disciplina e la frequenza agl'ufficii durò piú in questo secondo genere che nel primo; per la qual causa i fideli donando o legando di novo alle chiese, ordinavano che fosse posto in distribuzioni. Onde avvenne che con esperienza apparivano tanto meglio ufficiate le chiese, quanto maggiori erano le distribuzioni; pareva per tanto s'avesse potuto rimediare alla negligenza di quelli che non intervenivano agl'ufficii coll'incitargli per questo mezo, pigliando parte delle prebende e facendone distribuzioni.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





Prebende Dio