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      Nel terzo articolo fu preso per argomento che tutto Cristo sia ricevuto sotto una sola specie, per la dottrina de' teologi della concomitanza; imperoché, essendo sotto il pane, per virtú della consecrazione, il corpo, dicendo le parole di Cristo, omnipotenti et effettive: "Questo è il corpo mio", et essendo il corpo di Cristo vivo, adonque con sangue et anima e con la divinità congionta; onde restava senza dubio alcuno che, sotto la specie del pane, tutto Cristo fosse ricevuto. Ma da questo inferivano alcuni: adunque insieme tutte le grazie, poiché a chi ha tutto Cristo, niente può mancare et egli solo abondantemente basta. Altri in contrario dicevano non esser illazione necessaria, né meno probabile che, ricevendo tutto Cristo, si ricevi ogni grazia, perché anco i battezati, secondo san Paolo, sono tutti repieni di Cristo, e nondimeno a' battezati si danno gl'altri sacramenti. E perché alcuni fuggivano la forza della raggione con dire che gl'altri sacramenti sono necessarii per li peccati dopo il battesmo, era da altri replicato che l'antica Chiesa communicava immediate li battezati, onde sí come dall'esser ripieno di tutto Cristo per il battesmo non si poteva inferir che l'eucaristia non donasse altre grazie, cosí per aver ricevuto tutto Cristo sotto la specie del pane, non si poteva inferir che altra grazia non s'avesse da ricever mediante il calice, e meno, senza estrema assordità, potersi dire che il sacerdote nella messa, avendo ricevuto il corpo del Signore e per consequenza tutto esso, nel bevere il calice non riceva grazia; perché il beverlo altrimenti sarrebbe un'opera indifferente e vana.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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