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      A questi soli toccò parlare sopra il quinto articolo, poiché quelli della negativa assoluta non avevano altro che dirci sopra. Ma questi furono divisi in due opinioni: l'una e piú commune, che si concedesse con le condizioni che fu da Paolo III concesso, de' quali al suo luogo s'è detto; l'altra, d'alcuni pochi, tutt'in contrario diceva che, volendo conceder il calice per fermare nella Chiesa li titubanti, conviene temperarla in maniera che possi far l'effetto desiderato: quelle condizioni non poterlo apportare, anzi dover senza dubio fargli precipitare al luteranismo. Se ben è cosa certa che il penitente debbe elegger ogni male temporale piú tosto che peccare, fu nondimeno conseglio del Gaetano che non si venisse a specificate comparative, con dire d'esser tenuto ad elegger piú tosto d'esser tanagliato e posto in ruota, ecc., perché sarebbe un tentar se stesso senza necessità e cader dalla buona disposizione, presentandosi gli spaventi senza proposito: cosí nell'occasione presente, questi ambigui, quando gli sarà portata la grazia del concilio, resteranno contenti, ringrazieranno Dio e la Chiesa, non penseranno piú oltre, e pian piano si fortificheranno. È commandamento preciso di san Paolo di ricever l'infermo nella fede non con dispute, né con prescriver le opinioni e regole, ma semplicemente et aspettando opportunità per dargli piú piena instruzzione: adesso chi in Germania proponesse la condizione che credino questo e quello, si metteranno in difficoltà, mentre che la mente tituba, e pensando se debbiano o non debbiano crederlo, capiteranno in qualche errore, al quale non averebbono pensato.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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