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      dicherà esser di servizio divino e salute de' fedeli. I francesi, udendo questa orazione, sentivano grandissimo piacere di non esser soli nell'ammonire liberamente i prelati di quello che era necessario raccordargli; ma udendo la risposta, s'eccitò in loro un'estrema gelosia, che questa fosse graziosa, dove quella fu piena di risentimento. Ma non ebbero raggione di dolersi, perché, quantunque il bavaro mordesse piú acutamente il clero in generale, nondimeno de' padri del concilio parlò con molta riverenza, dove l'orazione francese parve tutta drizzata a riprensione di quelli che l'udivano, senza che a loro fu fatta risposta consultata, che al bavaro sprovista. Ma l'una e l'altra fu ugualmente trattata, essendo state ambedue udite con le sole orecchie.
     
     
      [Scritto degl'imperiali per la concessione del calice]
     
      Gl'ambasciatori imperiali, considerato che nelle congregazioni de' teologi i giorni inanzi dagli spagnuoli e maggior parte degl'italiani era stato parlato contra la concessione del calice e da molti detto esser eretici quelli che la dimandano, per risponder a questa et altre loro obiezzioni e per coadiuvare la proposizione del bavaro et a fine di prevenire i prelati che non dassero nelle impertinenzie da' teologi usate, formarono in quella materia una scrittura, che nella medesima congregazione, finito il raggionamento di quell'ambasciatore, presentarono; la sostanza della quale fu: che per il carico suo hanno giudicato d'avvertir li padri d'alcune cose, inanzi che dicessero il loro parere; che i teologi ne' prossimi giorni avevano ben parlato quanto alle reggioni e paesi loro proprii, ma non molto a proposito per le altre provincie e regni.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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