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      [2] Che nissun chierico secolare, se ben idoneo, sia promosso ad ordine sacro se non ha beneficio, patrimonio o pensione sufficicnte per vivere, et il beneficio non possi esser rinunciato, né la pensione estinta, né il patrimonio alienato senza licenza del vescovo.
      [3] Che nelle catedrali e collegiate, dove distribuzioni non vi sono o sono tenui, possi il vescovo convertir in quelle la terza parte de' frutti delle prebende.
      [4] Che nelle parochiali di numeroso popolo li vescovi costringano li rettori a pigliar aiuti d'altri sacerdoti, e quelle che sono grandi di spacio siano divise e previste a' rettori nuovi, se farà bisogno, anco costringendo il popolo a contribuire.
      [5] Che i vescovi possino unire perpetuamente li beneficii curati e non curati, per povertà et altre cause giuridiche.
      [6] Che a' parochi imperiti li vescovi diano coadiutori e castighino gli scandalosi.
      [7] Che li vescovi possino ridur i beneficii delle chiese vecchie e ruvinose ad altre, e far restaurar le parochiali, costringendo anco il popolo alla fabrica.
      [8] Che possino visitar tutti i beneficii che sono in commenda.
      [9] Che sia levato in ogni luogo il nome, ufficio et uso di questore.
      Et in fine fu ordinata la sessione per 17 del mese di settembre, con dicchiarazione che la sinodo, eziandio in congregazione generale, possi abbreviar et allongar ad arbitrio cosí quel termine, come ogni altro che si assignerà alle seguenti sessioni.
     
     
      [Giudicii di questa sessione]
     
      Non furono le azzioni di questo concilio in tanta espettazione ne' passati tempi, quanta al presente, essendo convenuti tutti i prencipi in ricchiederlo, mandate ambasciarie d'ogni regione, congregato numero de prelati grande e quadruplo di quello che fu per inanzi; e quello che piú era stimato, essendo stato dato principio già 6 mesi, e quelli cunsummati in quotidiane e continue trattazioni con ispedizione di molti corrieri e prelati da Roma a Trento e [da] Trento a Roma.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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