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      Ma quando uscí in stampa la sessione, con una lingua da tutti era memorato il proverbio latino del parto delle montagne: particolarmente la dilazione de' 2 articoli era notata, parendo maraviglia che, avendo con 4 anatematismi fatto quattro articoli di fede, non avesse potuto dicchiarare quello di conceder l'uso del calice de iure ecclesiastico. A molti pareva anco che quello dovesse esser trattato prima, poiché quando fosse stato concesso, cessavano tutte le dispute. Il terzo capo della dottrina fu assai considerato nella conclusione, che ricevendo il solo corpo di Cristo non è fraudato il fedele di grazia necessaria, parendo una confessione che si perdi grazia non necessaria; e qui si dubitava se vi sia autorità umana che possi impedire la grazia di Dio soprabondante e non necessaria; e quando ben potesse, se la carità concede questi impedimenti al bene. Due cose sopra le altre diedero a parlar assai: l'una, l'obligazione imposta di credere che l'antichità non tenesse per necessaria la communione de' putti, perché dove si tratta di verità d'istoria è cosa di fatto e de passato, dove non vale d'aver autorità, che non può alterare le cose già fatte, ma è cosí noto a chi legge sant'Agostino, che in 9 luoghi, non con una parola, ma con discorso asserisce la necessità dell'eucaristia per li fanciulli, e doi d'essi la uguaglino alla necessità del battesmo, anzi piú d'una volta dice che la medesima Chiesa romana l'ha tenuta e definita per necessaria alla salute de' fanciulli, et allega per questo Innocenzo pontefice, la cui epistola resta ancora, dove chiaramente parla.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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