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      Argomentavano ancora che avendo detto Cristo: fate questo in mia memoria, se egli non avesse offerto, noi non potressimo offerire, e dicevano li luterani non aver altro argomento per provar la messa non esser sacrificio, se non perché Cristo non ha offerto, e perciò esser pericolosa quella opinione, come fautrice della dottrina ereticale. Piú efficacemente era ancora provata per quello che la Chiesa canta nell'ufficio del corpo del Signore, dicendo: "Cristo, sacerdote eterno secondo l'ordine di Melchisedech", ha offerto pane e vino. E nel canone del messale ambrosiano si dice che, instituendo una forma di perpetuo sacrificio, egli prima ha offerto se stesso ostia e primo ha insegnato ad offerirla. Si portavano poi diverse autorità de' padri per comprobazione dell'istesso.
      Dall'altra parte, non con minor asseveranza, era detto che Cristo nella cena avesse commandato l'oblazione da farsi perpetuamente nella Chiesa dopo la morte sua, ma lui non aver offerto esso medesimo, perché la natura di quel sacrificio non lo comportava; e per prova di questo dicevano che sarebbe stata superflua l'oblazione della croce, poiché per quella della cena precedente sarebbe stato riscosso il genere umano. Che il sacrificio dell'altare fu instituto da Cristo per rammemorazione di quello che egli offerí in croce, ma non si può ramemorar altro che cosa passata; perilché l'eucaristia non poté esser sacrificio inanzi l'oblazione di Cristo in croce. Allegavano ancora che né la Scrittura, né il canone della messa, né concilio alcuno ha mai detto che Cristo offerisse se stesso nella cena; et i luoghi che gl'altri allegavano de' padri, questi mostravano doversi intender dell'oblazione fatta in croce.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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