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      A quelli che dicevano che di simil concessione non s'era veduto frutto per il passato, rispose che era tutto il contrario, perché, dopo la trattazione di Basilea, si erano conservati molti catolici in Boemia, che tuttavia vivevano in pace con li calistini, e che novamente avevano ricevuto il nuovo arcivescovo di Praga, dal quale facevano ordinar li loro preti; a quelli che temevano metter nuovi pensieri nelle altre nazioni, rispose che quelle non si moverebbono per tal essempio, perché, essendo senza mistura d'eretici e desiderosi di conservar la purità della religione, rifiutarebbono il calice, chi volesse darlo loro. Che li germani tanto piú lo desiderano, quanto è loro maggiormente negato; ma se gli fosse concesso, col tempo si distorrebbono da quell'uso: il timore che, ottenuta questa grazia, passassero ad altre dimande, esser troppo suspicace, e quando pur vi passassero, sempre se gli potrebbono negare; che non si poteva dimandar novità, poiché era stata concessa dal concilio di Basilea e da Paolo III, li ministri del quale, se fossero stati piú animosi e per leggier spavento non si fossero ritirati da quella dispensazione per parole d'alcuni frati impertinenti che gli predicavano contra, sarebbe stato maggior giovamento; che egli si era grandemente offeso per la raggione detta da alcuno, che sí come non si potrebbe ricever uno con condizione che gli fosse permessa la fornicazione, cosí non debbono esser ricevuti questi popoli che vogliono riconciliarsi con patto dell'uso del calice, essendo la prima condizione di sua natura cattiva, che questa è non mala, se non in quanto è proibita.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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