Pagina (1076/1561)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
     
     
      [Difficoltà sopra la tenuta della sessione]
     
      Queste cose finite, erano angustiati li legati, non restando piú che 3 giorni alla sessione et avendo ancora tante cose irresolute, e massime quella che piú importava e dove ogni uno trattava con veemente affetto, cioè la materia del calice, quando un accidente fece quasi risolvere d'allongar il tempo della sessione. Questo fu che, avendo l'ambasciator di Francia in Roma fatto instanza efficace a nome del re col pontefice che facesse differir sino all'arrivo de' suoi prelati, il pontefice, quantonque non udisse cosa piú dispiacevole che parlar di prolongazione del concilio, cosí per propria inclinazione, come per commune de' cardinali e di tutta la corte che era in speranza et intenso desiderio di vederlo finito e dissoluto per tutto decembre, avendo nondimeno risposto, per non manifestar i suoi timori, che a lui niente importava, ma tutto doveva depender dalla libertà de' padri, li quali non era maraviglia se aborrivano la dilazione, risguardando la longa et incommoda dimora, a' travagli de' quali era giusto portar rispetto, e che egli non poteva, né doveva constringerli overo imporgli legge contra l'uso accostumato; che averebbe scritto a' legati l'instanza fattagli e dicchiaratosi quanto a sé di contentarsi della dilazione; che questo tanto si doveva da lui ricchiedere e doveva sodisfar il re; in questa sostanza scrisse, aggiongendo che usassero quella permissione come paresse piú raggionevole a' padri. La qual lettera, aggionto l'esser li decreti mal in ordine e quel che fu scritto dal Dolfino, noncio appresso l'imperator e l'instanza degl'imperiali, che non si publicasse il decreto della messa, fece inclinar parte de' legati a diferire.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





Difficoltà Francia Roma Dolfino