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      Aggionsero anco che li medesimi spagnuoli, avendo presentito trattarsi di rimetter a Sua Santità, dicevano essersi fatto il medesimo dell'uso del calice et esser vano far concilio per trattar quello che niente importa, e quello che merita provisione rimetterlo. Avisarono della promessa fatta agl'ambasciatori di proponer la riforma e l'impossibilità che era di portar piú in longo; et avendosi qualche aviso della venuta di Lorena e de' francesi et insieme intendendosi che verranno pieni di concetti e dissegni di novità, concludevano potersi tener per fermo che si uniranno co' mal sodisfatti che troveranno in Trento. Perilché, in tante ambiguità de consegli, non sapendo pigliar partito, avevano deliberato aspettar li commandamenti di Sua Santità.
     
     
      [Il papa adombrato per li dissegni di Lorena]
     
      In questo medesimo tempo il pontefice, d'altrove avisato de' pensieri di Lorena, et in particolar di voler riforma dell'elezzione del ponteficato, a fine che ne toccasse la sua parte anco agl'oltramontani, et essendone certificato, gli penetrò altamente nell'animo, e risoluto di non aspettar il colpo, ma prevenire, diede conto di questo a tutti li prencipi italiani, mostrando quanta diminuzione della nazione sarebbe, quando ciò succedesse; che per sé non parlava, poiché a lui non poteva toccare, ma per li rispetti publici e per amore della patria commune; e sapendo che al re di Spagna non averebbe mai potuto esser grato un papa spagnuolo, per li pensieri naturali che il clero di quella nazione ha di liberarsi dalle essazzioni regie, meno gli sarebbe piacciuto un francese, per la inimicizia tra le nazioni; ma nell'Italia aveva grandissima parte de confidenti.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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