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      E chi leggerà il celebrato e famoso canone Ita Dominus, si certificherà che cosí debbe tener ogni uomo catolico, e cosí li vescovi, che sono successori degl'apostoli, la ricevono tutta dal successor di Pietro. Et avvertí anco che li vescovi non si dicono successori degl'apostoli, se non perché in luogo loro sono, al modo che un vescovo succede a' suoi precessori, non che da loro siano stati ordinati. Rispose poi a quelli che avevano inferito che adonque il papa potrebbe lasciar di far vescovi e voler esso esser unico, esser ordinazione divina che nella Chiesa vi sia moltitudine de vescovi coadiutori del pontefice e però esser il pontefice ubligato a conservargli; ma esser gran differenza a dire alcuna cosa de iure divino o veramente ordinata da Dio. Le cose de iure divino instituite sono perpetue e da lui solo dependono, et in universale et in particolare, in ogni tempo. Cosí de iure divino è il battesmo e tutti gl'altri sacramenti, ne' quali Dio opera singolarmente in ogni particolare: cosí è da Dio il romano pontefice. Perché, quando uno muore, le chiavi non restano alla Chiesa, perché a lei non sono date, e creato il nuovo, Dio immediatamente gliele dà; ma altrimenti avviene nelle cose di ordinazione divina, dove da lui solamente vien l'universale, e li particolari sono esseguiti dagl'uomini. Cosí dice san Paolo che li prencipi e potestà temporali sono ordinati da Dio, cioè da lui solamente viene l'universale precetto che vi siano i prencipi, ma però i particolari sono fatti per leggi civili.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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