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      A questo medesimo modo li vescovi sono per ordinazione divina, e san Paolo disse che sono posti dallo Spirito Santo al reggimento della Chiesa, ma non de iure divino; e però il papa non può levar l'ordine universale del far vescovi nella Chiesa, perché è da Dio, ma ciascun particolare essendo de iure canonico, per autorità ponteficia può esser levato. Et all'opposizione fatta, che li vescovi sarebbono delegati e non ordinarii, rispose che conveniva distinguere la giurisdizzione in fondamentale e derivata; e la derivata, in delegata et ordinaria: nelle republiche civili la fondamentale è nel prencipe, in tutti li magistrati è la derivata; né gl'ordinarii sono differenti da' delegati, perché ricevino l'autorità da diversi; anzi, dalla medesima sopranità derivano ugualmente tutti; ma la differenzia sta perché gli ordinarii sono per legge perpetua e con successione, gl'altri hanno autorità singolare o in persona, o anco in caso. Però sono li vescovi ordinarii per esser instituiti, per legge ponteficia, degnità di perpetua successione nella Chiesa. Soggionse che quei luoghi dove pare che da Cristo sia data autorità alla Chiesa, come quello dove dice che è colonna e base della verità, e quell'altro: "Chi non udirà la Chiesa sia tenuto per etnico e publicano", tutti s'intendono per raggion del capo suo, che è il papa; e per ciò non può fallar la Chiesa, perché non può fallar il capo, e cosí è separato dalla Chiesa chi è separato dal papa, capo di quella. E per quello che fu detto che né meno il concilio averebbe autorità da Cristo se nissun de' vescovi l'avesse, rispose che ciò non era inc


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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