Pagina (1178/1561)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Gli narrarono la grandissima pazienza da loro usata in tolerar la libertà, anzi licenza del dire de' prelati, [acciò non fosse pigliata occasione di dolersi che il concilio non fosse libero; che li inconvenienti occorsi non erano nati dalle proposte fatte, ma per la licenza presa dalli prelati], che erano andati vagando con movere nuove questioni. Imperò, essendo ora Sua Signoria Illustrissima unita con essi loro, non dubitavano col suo aviso poter levar quella tanta licenza e componer anco col suo aiuto e mezo le differenze nate, e nel proceder all'avvenire caminar con tanto decoro che il mondo ne fosse per ricever altretanta edificazione, quanto di non buona opinione aveva concetto. Che de' protestanti era troppo nota la mala volontà, e quando si mostrano non alieni dalla concordia, allora a punto s'ha da dubitare che machinino nuove occasioni di maggior discordia. Esser cosa certa che hanno dimandato concilio, pensando che gli dovesse esser negato, e nel medesimo tempo che lo ricchiedevano, con ogni sollecitudine vi mettevano impedimenti, et al presente quelli che sono ridotti in Francfort fanno ogni opera che non procedi inanzi e si faticano appresso l'imperatore per interporgli qualche impedimento. Che odiano il nome del concilio, non meno che del pontefice, né per il passato se ne sono valuti, se non a fine di coprire e scusare la loro apostasia dalla Sede apostolica: però non conveniva aver alcuna buona speranza della loro conversione, ma attender solo a conservar li buoni catolici nella fede.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





Sua Signoria Illustrissima Francfort Sede