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      Adonque il dí seguente, adunata la congregazione, fu letta la lettera del re con soprascrizzione: "A' santissimi e reverendissimi padri congregati in Trento per celebrar il santo concilio". In quella diceva che essendo piaciuto a Dio chiamarlo al regno, gli è anco piaciuto affligere quello di molte guerre: ma però ha aperto ad esso gl'occhi, sí che, quantonque giovane, ha conosciuto la principal occasione de' mali esser la diversità delle openioni nel fatto della religione; per la qual divina illuminazione dal principio del suo regno fece instanza per la celebrazione del concilio, nel quale essi allora erano congregati, sapendo che in quelli gl'antichi padri hanno trovato li piú proprii rimedii a simili infermità, et essergli dispiaciuto che, sí come è stato il primo a procurare cosí buon'opera, non abbia potuto inviare li suoi prelati tra li primi; del che essendo le cause notorie, stimava d'esserne a bastanza iscusato, e maggiormente vedendo arrivato nella loro compagnia il cardinale di Lorena accompagnato da altri prelati. Che due cause principali l'hanno persuaso a mandar il detto cardinale: la prima, la grande e frequente instanza da lui fatta d'aver licenza per satisfar al suo debito per il luogo che tiene nella Chiesa; la seconda, che essendo egli del conseglio regio secreto e dalla gioventú nudrito negl'importanti affari di Stato del regno, sa meglio d'ogni altro le necessità di quello e dove siano nate le occasioni; onde potrà ancora farne a loro la rilazione conforme al carico che gli è stato dato e ricchiederne per nome regio li rimedii che s'aspettano dalla loro prudenza et amor paterno, cosí per tranquillità del regno, come per salute universale di tutta cristianità. Soggionse che gli supplicava voler metter mano a questo con la solita sincerità, acciò si venga ad una santa riforma e che si vegga rilucere l'antico splendore della Chiesa catolica con unione di tutto 'l cristianesmo in una religione; che sarà opera degna di loro, desiderata da tutto 'l mondo, che ne averanno ricompensa da Dio e lode da tutti i prencipi.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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