Pagina (1190/1561)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Che il Cristianissimo dimandava la restituzione della Chiesa catolica in integro da essi padri, constituiti giudici pretorii da Cristo, ma non per un decreto di clausula generale, anzi secondo la forma delle espresse parole di quell'editto perpetuo e divino, contra il quale non può aver luogo usurpazione o prescrizzione alcuna. Sí che ritornino finalmente come dalla captività nella santa città di Dio et alla luce degl'uomini quei buoni ordini che il demonio ha per forza rubbati e per longo tempo ascosti. Diede l'essempio di Dario, che quietò li tumulti di Giudea non con arme, ma con esseguir l'antico editto di Ciro; di Giosia, che riformò la religione con far legger et osservare il libro della Legge, occultato per malizia degli uomini. Passò poi ad un acuto motto, dicendo che se li padri dimanderanno perché la Francia non sia in pace, non si potrà risponder altro se non quello che Gieú disse a Gioran: "Come può esser pace restando ancora [..]?". E tacque le seguenti parole, ma soggionse: "Voi sapete il resto". Aggiongendo poi che, se non si attenderà a questa riformazione, saranno vani gl'aiuti del re di Spagna, del pontefice e degl'altri prencipi, et il sangue di quelli che periranno, se ben meritamente per li proprii peccati, sarà ricchiesto dalle mani d'essi padri. Concluse che prima che descendere a' particolari che debbono dimandare, ricchiedevano che finissero presto le cose che avevano comminciato a trattare, acciò potessero attender quanto prima alle altre molto piú gravi e necessarie in quel tempo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





Cristianissimo Chiesa Cristo Dio Dario Giudea Ciro Giosia Legge Francia Gieú Gioran Spagna