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      Con tutto ciò, oltre tutte queste cose, ha instituito anco alcuni membri della Chiesa per apostoli, pastori, ecc., a fine di defendere li fedeli dagl'errori et indrizzargli all'unità della fede e cognizione di Dio; et a questi ha dato il dono necessario per essercitar questo santo officio, il qual è la potestà chiamata di giurisdizzione, la qual in tutti non è uguale, ma tanta, quanta in ciascuno è, e gli è data immediate da Cristo. Niente esser piú contrario a san Paolo quanto il dir che ad uno solo sia data, che la communichi come gli piace. Vero è che non in tutti è uguale, ma secondo la divina distribuzione, la qual, acciò si conservasse l'unità della Chiesa, come san Cipriano disse, ordinò che fosse in Pietro e ne' successori suoi la suprema; non che sia assoluta e, secondo il proverbio, dove la volontà sia per raggione, ma, come san Paolo dice, in edificazione solamente della Chiesa, non in destruzzione; onde non si estende a levare leggi e canoni statuiti dalla Chiesa per fondamento del suo governo. E qui diede principio ad allegare li canoni citati da Graziano, dove li vecchi pontefici romani si confessano soggetti a decreti de' padri et alle constituzioni de' predecessori.
      Ma il cardinale varmiense non lo lasciò caminar inanzi: l'interruppe dicendo che s'aveva da parlar della superiorità de' vescovi, a che non era a proposito il discorso suo. A che egli rispose che, trattandosi dell'autorità de' vescovi, necessariamente bisognava raggionare di quella del papa; e l'arcivescovo di Granata si levò e disse che gl'altri n'avevano parlato, e superfluamente, per non dire perniciosamente, e però che anco Aliffe ne poteva raggionare, accennando alle cose dette da Lainez.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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