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      Concluse che il concilio era tenuto a determinare quella verità; e parlò con efficacia e fu udito con gusto degl'oltramontani e con disgusto de' ponteficii, a' quali parve tempo molto impertinente di toccar quella materia, e diede occasione che dall'una e l'altra parte fossero rinovate le prattiche.
      Fra Gioanni Ramirez francescano, nella congregazione de' 20 febraro sopra li medesimi articoli, dopo aver parlato secondo la commune opinione de' teologi della indissolubilità del matrimonio, disse le medesime raggioni che sono tra marito e moglie esser anco tra il vescovo e la chiesa sua; che né la chiesa può ripudiar il vescovo, né il vescovo la chiesa; e sí come il marito non debbe partire dalla moglie, cosí il vescovo non debbe partir dalla chiesa sua, e che questo legame spirituale non era di minor forza, che quell'altro corporale. Allegò Innocenzo III, il qual decretò che un vescovo non potesse esser trasferito, se non per autorità divina, perché il legame matrimoniale, che è minore (dice il pontefice), non può esser sciolto per alcuna autorità umana; e longamente s'estese a mostrar che non per questo si sminuiva, anzi s'accresceva l'autorità del papa, il qual, come vicario universale, poteva servirsi de' vescovi in altro luogo, dove fosse maggiore bisogno; sí come il prencipe della republica, per li publici bisogni, può servirsi de' maritati, mandandogli in altri luoghi, restando fermo il vincolo matrimoniale; e si diede a dissolver le raggioni in contrario con molta prolissità.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





Gioanni Ramirez Innocenzo III