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      Allegavano gl'essempii de' dispensati e l'uso dell'antichità che, se un sacerdote si maritava, non separavano il matrimonio, ma solo lo rimovevano dal ministerio; il che fu continuamente osservato sino al tempo d'Innocenzo II, quale, primo di tutti li pontefici, ordinò che quel matrimonio s'avesse per nullo. Ma per quel che tocca gl'obligati alla continenza per voto solenne, essendo questo de iure divino, dicevano non poter il pontefice dispensarvi. Allegavano in ciò il luogo d'Innocenzo III, il quale affermò che l'osservazione della castità e l'abdicazione della proprietà sono cosí aderenti agl'ossi de' monachi, che manco il sommo pontefice può dispensarci; soggiongendo appresso l'opinione di san Tomaso e d'altri dottori, li quali asseriscono che il voto solenne è una consecrazione dell'uomo a Dio, e non potendo alcun fare che la cosa consecrata possi ritornar agl'usi umani, non può parimente fare che il monaco possi ritornar all'uso del matrimonio, e che tutti li scrittori catolici condannano d'eresia Lutero e li seguaci, per aver detto che il monacato è invenzione umana, et asseriscono che sia di tradizione apostolica, a che diametralmente ripugna il dire che il pontefice possi dispensare.
      Altri defendevano che anco con questi poteva il pontefice dispensare, e si maravegliavano di quelli che, concedendo la dispensa de' voti semplici, negavano quella de' solenni, quasi che non fosse chiarissimo per la determinazione di Bonifacio VIII che ogni solennità è de iure positivo, valendosi a punto del medesimo essempio delle cose consecrate per provar la loro sentenza; perché, sí come non si può far che una cosa consecrata, rimanendo consecrata, sia adoperata ad usi umani, ma ben si può levar la consecrazione e farla profana, onde lecitamente torni ad ogni uso promiscuo, cosí l'uomo consecrato a Dio per il monacato, restando consecrato, non può applicarsi al matrimonio, ma levatogli il monacato e la consecrazione che nasce dalla solennità del voto, la qual è de iure positivo, niente osta che non possi usar la vita commune degl'uomini.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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