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      Finiti di dire tutti li voti, si levò l'arcivescovo di Lanciano e disse che, se ben aveva nel voto suo altramente concluso, nondimeno, dopo aver udito l'ambasciatore, era entrato nel parere di quello; onde a voce quasi di tutti insieme fu approvato il medesimo.
     
     
      [Rissa tra Lorena et Ottranto]
     
      Il dí 11 giugno si tenne una consulta de' legati, cardinali e 20 prelati per trovar modo di stabilir la dottrina dell'instituzione de' vescovi. Il cardinale di Lorena, dicendo il suo parer, passò a toccar l'opinione de' francesi, che il concilio sia sopra il papa, allegando anco che cosí fosse definito dal concilio di Costanza e di Basilea. Concluse che non ricercava un'altra dicchiarazione da quel concilio, ma ben diceva che, volendo esser d'accordo con francesi, esser bisogno che ne' decreti che si fossero fatti non vi fossero parole che potessero pregiudicar a quella loro opinione. Venendo il luogo di dire all'arcivescovo d'Ottranto, s'estese con molte parole a redarguir quel cardinale, ripigliando e rifutando tutto quello che aveva detto a favore della superiorità del concilio; poi soggionse esser alcuni che tenevano quell'opinione della superiorità del concilio per cosí vera come "Verbum caro factum est"; soggiongendo che non sapeva come potessero assicurarsele in loro conscienza; nel che accennò Lorena, del quale era sparso per tutto che avesse usato tal comparazione; e descendendo poi a raggionare della instituzione de vescovi, accennò che non sarebbe stata controversia alcuna in quella materia, se la formula proposta dal cardinale di Lorena non avesse dato occasione.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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