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      Che guardando l'uso della Chiesa primitiva, si troverà che per tanto li fedeli ricorrevano per le dispense e decchiarazioni a' vescovi, perché erano assonti a quel carico li piú instrutti nella dottrina cristiana che si ritrovassero. Che si poteva anco tralasciar l'antichità, imperoché li scolastici e la maggior parte de' canonisti hanno constantemente detto esser valide le dispense de' prelati, "clave non errante", e non altrimenti. L'Ugonio ancora si offerí trattare sopra quella asserzione che l'istesso sia il tribunal di Cristo e del papa, come proposizione empia e scandalosa, che uguagli l'immortale al mortale et il giudicio corrottibile al divino, e che nasceva da ignoranza, essendo il papa quel servo preposto sopra la fameglia di Cristo non per far l'ufficio di padre di famiglia, ma solo per distribuire a ciascuno, non arbitrariamente, ma quello che dal medesimo padre è ordinato. Che restava pieno di stupore che orrecchie cristiane potessero udire che tutta la potestà di Cristo sia communicata ad altra persona. Tutti parlarono, chi censurando una, chi un'altra delle asserzioni del giesuita. Ma il cardinale gli considerò che non si sarebbe fatto poco, ottenendo che ne' decreti publici del concilio non fosse aperto adito a quella dottrina, et a questo tanto conveniva che tutti mirassero; al qual fine piú facilmente sarebbono pervenuti passando le cose con silenzio e cosí lasciandole andar in oblivione; che, contradicendole, averebbono fatto qualche pregiudicio alla verità. Si quietarono, ma non sí che ne' privati congressi non se ne parlasse assai.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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