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      Al qual parere s'opponevano li ponteficii, allegando che era un restringere l'autorità del papa, in maniera che non potesse mai gratificar alcuno; e che l'uso pratticato nella corte da tempo immemorabile era che bastasse elegger persona degna. Gl'ambasciatori ancora francesi e spagnuolo non acconsentivano: che era un restringer troppo la potestà de' re nelle nominazioni, quando fossero stati in obligo d'andar cercando il piú degno. Parecchi prelati andavano facendo prattiche acciò quel capo non fosse ricevuto, eziandio senza l'aggionta dell'elegger li piú degni, e specialmente 'l vescovo di Bertinoro et il general Lainez giesuita, distribuendo alcune annotazioni et avvertimenti fatti da loro, andavano mostrando che sarebbono seguiti grand'inconvenienti da quel decreto; imperoché in quello si conteneva che, vacante una catedrale, il metropolitano scrivesse al capitolo il nome del promovendo, il qual poi fosse publicato in pulpito in tutte le parochiali della città in giorno di dominica et affisso anco alle porte della chiesa, e poi il metropolitano, andato alla città vacante, dovesse essaminar testimonii sopra le qualità della persona, e lette in presenza del capitolo tutte le sue patenti e testificazioni, fosse anco ascoltato ogni uno che volesse opponer cosa alcuna alla persona di quello, e di tutto ciò fosse fatto istromento e mandato al papa per esser letto in consistoro. Questa constituzione andavano discorrendo che sarebbe stata causa di sedizioni e di calunnie, e che con questo si dava certa autorità al popolo, con la quale averebbe usurpata l'elezzione de' vescovi, sí come altre volte la soleva aver; dal che altri eccitati, facevano le medesime opposizioni al capo dove si tratta di quelli che s'hanno a promover agl'ordini maggiori; nel quale si diceva che li nomi loro dovessero esser publicati al popolo per 3 dominiche et affissi alle porte della chiesa, e le lettere testimoniali dovessero esser sottoscritte da 4 preti e da 4 laici della parochia, allegando che non era da dar alcuna autorità a' laici in questi affari, che sono puri ecclesiastici.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





Bertinoro Lainez