Pagina (1376/1561)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Non mancava anco chi dicesse che il tutto era un stratagema del pontefice per dissolver il concilio, e li ponteficii chiamati "amorevoli" dicevano che, se pur s'avesse avuto a venir a dissoluzione, averebbono desiderato che piú tosto fosse occorsa per la controversia che era sopra le parole del concilio fiorentino, che il papa è rettor della Chiesa universale, stimando che sarebbe stato piú facile giustificarne Sua Santità e darne tutta la colpa a' francesi.
      La mattina seguente, ultimo del mese di giugno, il conte, congregati i prelati spagnuoli e molti italiani, disse loro che il giorno inanzi non era andato in capella per dar occasione alcuna di disturbo, ma per conservar le raggioni del suo re e valersi dell'ordine dato dal pontefice; aver inteso dopo che, quando egli fosse tornato in capella, [i] francesi volevano protestare, al qual atto se fossero venuti, egli non averia potuto mancar di risponder loro con modo e termini che essi usassero, cosí per la parte di Sua Santità, quanto per quello che tocca alla Maestà del suo re. Quei prelati risposero che, venendosi a questo, ciascuno di loro sarebbe stato pronto nel servizio di Sua Santità e non averebbono mancato ancora di tener conto di Sua Maestà catolica in quello che a loro si convenisse. Gli pregò il conte di nuovo a star avvertiti a tutto quello che potesse occorrer in tal caso, dicendo che egli ancora ci verria preparato, sapendo che francesi non potevano pigliar se non tre mezi: o contra li legati, o contro il re, o contro esso medesimo ambasciatore, a' quali tutti preparerebbe conveniente risposta.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





Chiesa Sua Santità Sua Santità Maestà Sua Santità Sua Maestà