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      Non per questo fu possibile rimover dalla openione sua Otranto et altri che lo seguivano.
      Alcuni de' spagnuoli fecero diligente instanza della decchiarazione per l'instituzione de' vescovi e per la residenza de iure divino, ma furono costretti a desistere, essendo persuasi la maggior parte de' loro colleghi dal cardinal di Lorena, il qual usò con loro termini di conscienza, dicendo che non fosse cosa sicura e grata a Dio, vedendo di non poter far il ben che si desiderava, voler con una superflua e vana instanza causar qualche male; che assai era l'aver impedito il pregiudicio che altri pensavano far alla verità con stabilir contrarie openioni, e se non si poteva ottener tutto quello che si desiderava, si poteva però sperar qualche cosa nel tempo futuro con l'aiuto divino. Con tutto questo, Granata e Segovia con alcuni altri di loro non potero esser rimossi, sí come nemanco fu possibile superar dall'altro canto il patriarca di Gierusalem e l'arcivescovo d'Otranto con altri aderenti, quali erano convenuti di contradire a tutto quello che si proponesse, come a cose che non servivano a levar le differenze, ma solo ad assopirle, con certezza che, caminando inanzi, sarebbono date fuori con maggiori forza et impeto e che quando s'avesse avuto a rompere, meglio era farlo inanzi celebrar la sessione che dopo; né fu possibile che li legati potessero persuaderli.
      Con tutto ciò, non ostanti tutte queste contradizzioni, stabilite cosí le cose con gl'altri principali, il dí 9 del mese di luglio s'incomminciarono le congregazioni generali: dove essendo prima letto quello che appartiene alla dottrina e canoni dell'ordine, il cardinal di Lorena diede essempio parlando brevemente e non mettendo alcuna difficoltà. Fu seguito dagl'altri sino al luogo di Granata, il qual disse esser cosa indegna aver tanto tempo deriso li padri trattando del fondamento dell'instituzione de' vescovi e poi, adesso, tralasciandola; e ne ricercò la decchiarazione de iure divino, dicendo maravegliarsi perché non si decchiarasse un tal punto verissimo et infallibile.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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