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      Il pontefice, da sé inclinato alla conferma et indottovi anco per le persuasioni di Morone e Simoneta, perplesso nondimeno per le querimonie della corte e per l'universale openione de' cardinali, volendo venir a risoluzione, chiamò, oltra li sudetti, li cardinali della Burdisiera et Amulio et i principali officiali di camera, cancellaria e rota; dove, proposta la deliberazione, li quattro cardinali concordi consegliarono che il concilio si confermasse assolutamente. Il cardinal d'Amulio, nelle memorie del quale ho veduto questo negoziato, disse che Sua Santità, con la pazienza, prudenza e virtú, con immensa spesa sua, fatica e dispendio di tanti prelati, aveva veduto il fine d'una grande e difficile impresa del congregar, indrizzar e serrar il concilio; gli restava una maggiore, ma senza difficoltà, cioè preservar sé e la Sede apostolica e tutto l'ordine ecclesiastico da reintrare nella stessa difficoltà, pericoli, dissaggi e spese; et esser 40 anni che il mondo non parlava che di concilio, né aver potuto li pontefici con ogni opera divertirlo per la persuasione imbevuta dal mondo del bisogno di quello e che fosse per apportar frutto: se subito finito si tratta d'emendarlo o moderarlo overo, non confermandolo, si lascia in sospeso, sarà fatta una decchiarazione che non è stato proveduto in Trento a quello che era necessario e s'aspettava, e subito si metterà a campo un'altra provisione, o per mezo de concilii nazionali, o per un altro generale, et ecco le medesme angustie, da' quali con tanta difficoltà s'è liberata la Chiesa di Dio.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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