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      Al che replicava monsignor le Favre che da lui e dal collega era stata usata ogni diligenza per aver copia di quel decreto, né mai l'avevano potuto aver, e che tanto era ne' negozii umani non apparire, quanto non essere; oltra che quello non servirebbe niente alle cose publicate nell'ultima sessione. Ma quello che si diceva ne' consegli del re e del parlamento in materia del concilio si può dir che niente fosse rispetto a quello che, con libertà francese, li vescovi e teologi et anco li servidori loro narravano a ciascuno con ogni occasione, con farne derisorie, raccontando le discordie e contenzioni fra li padri, le prattiche e gl'interressi con che le cose della riformazione furono trattate, e piú parlavano li piú famigliari del cardinale di Lorena; e passò per maniera di proverbio in Francia che il concilio moderno era di maggior autorità che il celebrato dagl'apostoli, essendo bastato a quello per fondamento de' decreti che cosí fosse parso a loro, senza che vi avesse parte lo Spirito Santo.
      Ma in Germania li decreti di riforma non venivano in considerazione alcuna, né appresso protestanti, né appresso a' catolici. Da' protestanti la materia di fede sola era essaminata. Dicevano che l'aver detto già una sola parola incidentemente parlando della messa, che ella giovava a' morti, la qual può anco ricever varii sensi, e nel decreto del purgatorio portar la come una definizione d'articolo formato, non era cosa solita usarsi ne' concilii, e massime in questo, dove le materie erano sminucciate e fatti articoli di fede d'ogni questione che si può promover in qualsivoglia materia.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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