Pagina (85/128)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Fece una Bolla, del 1324. confessando, che l'azioni dei Nunzij suoi erano state essorbitanti, sospese tutte le censure pronunciate dà loro, e diede commissione all'Arcivescovo di Ravenna per l'essecuzione, commandandoli doppo, che dovesse assegnar un tempo conveniente à gl'huomini, e donne censurate dalli Nunzij per tal causa, di comparire nella Corte Romana, che era in Avignone, od in persona, o per Procuratore, à trattar le cause loro, niuno eccettuato, salvo ch'il Doge, ed il Commune. Era un bell'aumento della Corte, ch'in una sol volta andassero à quella dugento, e più persone per cause pecuniarie di tanto peso. Mà ciò che avvenisse, e se il Pontefice fosse ubbidito dà pochi, o dà molti, non l'ho potuto giustificare: mà ben resta chiarezza, che all'hora si levò un opinione, laqual diceva, ch'il portar mercanzie à gl'infedeli non era peccato, purche non fossero cose per servicio della guerra, e che però il Papa non poteva vietarlo. Dal che mosso egli, del 1326. fece una Bolla dichiarando heretici tutti quelli che dicevano non esser peccato il portar ad infedeli le mercanzie, etiandio che non possino servir alla guerra. Mà in quel tempo le controversie, che quel Pontefice haveva coll'Imperadore, passarono à guerra manifesta: ond'egli in tutto il rimanente di sua vita (come scrive Ludovico Bavaro) restando in maggior cose occupato, non puote pensare à ciò.
      Sotto il successore trovossi temperamento perch'egli aprì la mano, non à rivocar il Decreto, come sarebbe stato giusto, mà à conceder licenze.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Discorso dell'origine forma leggi ed uso dell'Ufficio dell'Inquisizione di Venezia
di Paolo Sarpi
pagine 128

   





Bolla Nunzij Arcivescovo Ravenna Nunzij Corte Romana Avignone Procuratore Doge Commune Corte Pontefice Papa Bolla Pontefice Imperadore Ludovico Bavaro Decreto