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      Parve strana al Pontefice la risposta, persuaso che secondo la dottrina dei moderni Canonisti, potesse il Pontefice commandare a ciascuno Prencipe quello, che li pareva esser per ben commune della Christianità, pure giudicò non dover incominciar di quà, mà da cosa, che havesse più pretesto di spiritualità, & toccasse più immediatamente la fede Apostolica, & però prima trattò solamente sul generale, che non fosse violata la libertà Ecclesiastica, & che s'arrendesse a restituire la jurisdittione intaccata, facendo, che queste cose fossero dette dal Noncio à Venetia, & dicendole esso all'Ambasciatore, & discendendo al particolare mise anco a campo alcuni negotij toccanti la navigatione, & li apalti delli Ogli, & i cambij per la costa di Romagna & Marca Anconitana, tentando in qualche maniere di fare, che la Republica ricevesse i suoi commandamenti, proponendo che fosse rivocato un ordine fatto dal Senato sotto XI. Decembre 1604. con prohibitione alli sudditi del Dominio di noleggiar vasselli, far sicurtà, o compagnia per trafico di qualsivoglia sorte di mercantie, che si levassero fuori del Dominio, per portar in altre terre aliene senza passar per Venetia, allegando, che impediva l'abondanza dello stato della Chiesa, & però era contra la libertà Ecclesiastica. Mà essendosi risposto, che ogni Prencipe commanda alli sudditi suoi, quello che serve alla commodità dello stato suo senza riguardo di quello, che segua ne gl'altri, ne per questo i Prencipi che restano di ricever il beneficio si tengono offesi, & quando la Santità sua commanderà alli suoi soggetti quello, che tornerà bene al suo governo, la Republica non l'intenderà mai in sinistro, ne lo riputerà contra la sua libertà. S'avvide il Pontefice che questo tentativo ancora pareva difficile da ottenere, non havendo pretesto alcuno specioso di farlo apparire congiunto con le cose spirituali, per


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Historia particolare delle cose passate tra il Sommo Pontefice Paolo V e la Serenissima Repubblica di Venezia
di Paolo Sarpi
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