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      Disse il Vescovo che il Pontefice non voleva supportar la prigionia del Canonico, & che inanimava lui a far l'officio di Vescovo, & però sarebbe stato bene, dar sodisfattione al Pont. col rimetter il carcerato al foro Ecclesiastico, non essendo il caso atroce: mà il Pontefice più assolutamente disse, non voler in modo alcuno permettere, che li Ecclesiastici fossero giudicati in qual si voglia caso, per esser ciò contra la disposizione del Concilio. L'Ambasciator del tutto diede conto a Venetia, & mentre aspetta la risposta, in un'altra udienza fece il Pontefice querimonia col medesimo Ambasciator che fosse stata fatta un'ordinatione del non alienar beni laici ad Ecclesiastici, doppo la morte di Clemente VIII. dicendo, che se bene era fondata sopra una vecchia, la nuova però era più ampliata, & non poteva sussistere per esser ambedue invalide & contro i canoni, contro il Concilio, & contro le leggi Imperiali, che è scandalosa, & fà li Ecclesiastici di peggior conditione che le persone infami, aggiungendo, che li statutarij sono per ciò incorsi in censure. Le quali cose fece nell'istessa maniera proporre dal suo Noncio in Venetia, & essendo in quei giorni arrivati li Ambasciatori della Republica espressi per congratularsi con la sua Santità, nel principio di Novembre, fece con loro l'istesse querimonie, incaricandoli di riferire il tutto a Venetia nel' loro ritorno.
      In questo mentre i Signori Genovesi per dar sodisfattione al Pontefice, havevano revocato il decreto di reveder i conti alle confraternità, & si scusavano, che per quiete del loro governo conveniva che mantenessero la deliberatione fatta in materia dell'Oratorio, il Papa entro in colera, & fece stampare un monitorio contro quella Republica, minacciando alli Cardinali Genovesi, che se non seguiva anco la revocatione del decreto sopra l'Oratorio, l'haverebbe publicato: sperò il Pontefice con questo essempio indur la Republica di Venetia, a ceder alla sua volontà senza far replica alcuna: essendo impresso che cederebbe ogni sua libertà per non entrar in travagli, massime se non havesse spacio longo a deliberare: per tanto non aspettata la risposta di quanto li Ambasciatori straordinarij havevano trattato: & l'ordinario haveva scritto à Venetia, di nuovo si dolse il Pontefice con l'Ambasciatore così della prigionia del Canonico, come della ordinatione fatta, aggravandola con dire, che fosse fatta il Giovedì santo, & concluse il suo ragionamento, con mostrare il monitorio fatto contra li Genovesi, & dire che voleva esser ubidito, & che haverebbe mandato un breve hortatorio a Venetia, & poi sarebbe proceduto più oltre.


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Historia particolare delle cose passate tra il Sommo Pontefice Paolo V e la Serenissima Repubblica di Venezia
di Paolo Sarpi
pagine 236

   





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