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      A questa risposta portatali dal Residente per nome del Senato replicò il Gran Duca, Che il Papa non è mal affetto, se ben gli accidenti possono haverlo perturbato, & che ciò egli l'afferma per la cognitione che ne hà, & che se bene pareva mutato, non di meno, quando il suo Ambasciator li replicò le cose dette; le confermò; mà non ben dicendo d'haver fatto far molte proposte alla Republica, ne mai haver potuto cavar niente dalla sua volontà; però, (disse il Gran Duca) bisogna lasciarsi intendere; Che le trattationi aprono la via alle conclusioni, & che egli userà quello che li sarà confidato; con avantaggio della Repub. non portandolo al Papa tutto insieme, mà ritenendone parte in se per valersene alle opportunità, & non come gl'altri, che se bene hanno portato molto al Papa non li hanno ancora cavato risolutione.
      Le interpositioni di tanti Prencipi, per concordar queste difficoltà, mossero anco l'Imperatore a mettervi qualche pensiero; perilche nel principio d'Ottobre, mandò il Coraducci suo Vicecancelliero, a trovar il Soranzo Ambasciator della Republica appresso lui, & dirli, Come S.M. (intendendo i dispareri tra il Pontefice & la Republica, esser passati tanto avanti, che pareva il modo di assettarli difficile perilche anco il Rè di Francia pareva fosse per abbandonar la trattatione) havendo à cuore il bene della Christianità, penserebbe d'interporsi per conciliare qualche buona concordia, quando però sapesse di far piacere, & di poterne riuscir con honore; Che quando le parti fossero risolute di non voler cedere in cosa alcuna, non vorrebbe avventurare la sua dignità, & riputatione: Rispose il Soranzo, ringratiando S.M. & soggiungendo poi, la Rep. esser pronta a far ogni cosa per non turbar la quiete, salva la sua libertà, dignità, & rispetti del governo, mà che il Papa vuol tutto, pretende, che si ceda ad ogni sua voglia, & senza disceptar alcuno: il Coraducci dopo discorso qualche cosa particolare intorno alle cose, soggiunse il Vicecancelliero, Che l'Imper.


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Historia particolare delle cose passate tra il Sommo Pontefice Paolo V e la Serenissima Repubblica di Venezia
di Paolo Sarpi
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