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      Mà quando li fù communicata questa ultima risposta data al Cardinale, disse, Che l'havrebbe desiderata più chiara; mà se ben le parole non esprimono quanto vorrebbe, tutta via pareva a lui inferire, che il Rè potesse dar la parola, che mentre si tratta non si useranno le Leggi, & che così egli intende; ma perche vuol caminar saldamente con sincerità, raccorda, che quando si lasciò intendere, che il Papa havrebbe levate le Censure, & ultimato il negotio, purche havesse la parola del Rè, che fra tanto non si userebbono le Leggi, ciò disse, supponendo la parola chiara, & senza velame, però se ben crede, che voglia dir così, vorrebbe non dimeno la risposta più chiara; & se bene se ne contenta, poi che presuppone, che il Cardinale se ne sia contentato; non vuol però impegnar la sua porola in cosa incerta, della quale sà, che il Papa sin' hora non si sodisfa: mà rapresenterà lo stato del negotio, & vedrà quello che sarà detto dal Pontefice; s'imagina, che il Card. se ne sia contentato, per havergli egli stesso detto, che hà portato un pensiero del suo Rè, sopra il quale aspettava dalla Rep. la risposta, & non li deve esser discaro, se il Cardinale può far miglior mercato, & prezzo; soggiunse, Che se ben li dispiaceva la dilatione, la qual era causata da non parlar chiaro & che farà per necessità il negotio lungo; replicando molte volte, che quantunque desiderasse maggior chiarezza, egli però intendeva, che in virtù di quella risposta, potesse dar la parola, in fine concludendo, che riceverà il tacer per confessione.


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Historia particolare delle cose passate tra il Sommo Pontefice Paolo V e la Serenissima Repubblica di Venezia
di Paolo Sarpi
pagine 236

   





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