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      Mà in Lorena, il Conte di Vaudemont, si era messo al letto amalato, della qual infirmità alcuni ascrivono la causa ad una ferita, che già un'anno hebbe nel capo con effusione di molto sangue, essendo alla caccia del cervo: altri al travaglio, che riceveva per li combatimenti che gl'erano da tanti canti, fatti; & d'Italia continuavano gl'avvisi, che il negotio fosse per accommodarsi. Il Montaguto Residente in Venetia per il Gran Duca, scrisse al Duca di Lorena, che il Card. di Gioiosa, & l'Ambasciator Fresnes l'havevano assicurato che l'accordo sarebbe seguito certamente, mà che tenessero il tutto secreto perche non piacendo a tutti, vi era pericolo, che risaputo, non fosse turbato. Il Duca visitò Vaudemont, & con quell'avviso lo consolò, promettendo, che havrebbe fatto partir Padavino contento perilche anco lo chiamò, & scusatosi prima di haver differito tanto a trattar con lui, per causa della dieta, passò a dirli, che di Roma & di Francia era certificato dell'accommodamento; & anco le le provisioni à Milano, & à Roma si rallentavano, & che però cessava l'occasione della levata, & se ben egli haveva ordine di sollecitare; essendo le cose in termini differenti, doveva sopraseder sino a nuovo ordine; che la volontà sua era ottima, ne differiva a moversi, se non per risparmio del danaro: che rappresentasse a Venetia questo suo officio, & il consiglio che dava con candore di animo. Il Padavino lo ringratiò, & li considerò insieme, Che le voci di Pace spesso disseminate, erano sempre riuscite vane: che il Papa all'hora più se allontana, quanto più par vicino: al quale le sodisfattioni date dalla Re. in luogo di acquetarlo, l'hanno fatto sempre desiderar più: Che havendo il Papa publicato in Concistoro l'ultima sua deliberatione alla guerra, gloriandosi d'adherentia de' Prencipi, & dichiarando Legato hà fatto risolvere la Repub. d'armarsi per quiete commune: Che la prontezza mostrata dal Conte, in voler servire haveva messo il Senato a mandar lui in Lorena: Che nessun sapeva meglio, che la Rep. stessa, il suo bisogno, & che il Duca lo doveva credere, sapendo, che il Senato non si conduceva a spendere senza necessità: Perilche non era a proposito scriver cosa alcuna a Venetia, che differisse la levata, mà si bene dar ordini risoluti, per poter scrivere, che le genti marciavano.


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Historia particolare delle cose passate tra il Sommo Pontefice Paolo V e la Serenissima Repubblica di Venezia
di Paolo Sarpi
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