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      Soggiunse, Che havendo il Duca, dimandato termine tanto, che si scrivesse, & ricevesse risposta non sapeva vedere, come adesso si passasse ad una negativa, senza mancamento di parola. Rispose il Duca, Che teneva la pace per sicura, & d'hora in hora ne aspettava la Conclusione: & dopo due hore di audienza, dove passarono molte risposte, & repliche dall'una parte & dall'altra, restando sempre il Duca nel metter innanzi la sua aspettatione, passò il Padavino a dirli, che se la loro risposta era risoluta lo dicessero, che si partirebbe immediate per procurare altrove il servitio del suo Prencipe, che non può trovar da quelli, che sono debitori; lo pregò il Duca di aspettar tre, ò quattro giorni; Il dì seguente andò il Padavino all'audienza del Conte, quale a prima vista li disse, Che desiderava più tosto esser trovato morto, che in quello stato, dove non havrebbe creduto arrivar mai; che non può dissimular il suo ramarico, perche dall'un canto vede il suo obligo, dall'altro, la volontà del Padre, al quale non ardisce contravenire: Che li brevi del Papa, & li offici diversi, massime de' Giesuiti, havevano impresso nel Duca scropoli, che non si poteva levarli, essendo vecchio, & soggietto ad esser impresso da quei timori; Che conosceva la giusta causa di dolersi nella Republica, per il danaro ricevuto, & per il mancamento nel bisogno: mà protestava che la colpa non era sua, & pregava il Padavino a compatirlo, & parlò con tanto affetto, che li uscirono le lagrime. Il Padavino lo consolò dicendo, Che nell'avversità bisognava usar prudenza; & esser da dolersi, che il Papa mercantasse la sua riputatione per mezzo di suo Padre: & replicò l'istesse cose dette al Duca con maggior forza, & confidenza, essortando a far nuovo tentativo col Padre per levar l'ostacolo, acciò non passasse, à notitia de gl'huomini un'attione, che potesse deturpar il suo honore.


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Historia particolare delle cose passate tra il Sommo Pontefice Paolo V e la Serenissima Repubblica di Venezia
di Paolo Sarpi
pagine 236

   





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