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      Di queste trattationi niente si seppe a Venetia, & quando s'aspetta a Paulo Catel, egli quando venne col Cardinale, non fù mai conosciuto per Protonotario: o ministro del Papa, ne comparve in altra qualità, che di Caudatario del Cardinale, ne fù mai veduto far altro officio che quello. Tutto questo, che s'è detto, s'è tratto dalle relationi scritte da Roma.
      Ma ben altrimente parlarono in Venetia li due Ambasciatori di Francia, & di Spagna, il 29. di Marzo. Il primo fù D. Francesco di Castro, il quale portò nuova, che le cose a Roma andavano bene, essendosi il Pontefice contentato del punto principale esseguito dall'Ambasciator Aiton, con haver dato al Papa, per nome del Rè, la parola la qual sua sua Santità voleva: aggiungendo, che se il Cardinal di Gioiosa havrà fatto l'istesso, sarà da ambidue fatto un bel colpo. Disse, che il Papa si era contentato, che la elettione dell'Ambasciatore seguisse dopo levate le Censure; che quanto al punto de' Giesuiti, sarebbe stato superato ogni difficoltà, quando si fosse parlato chiaro in dar la parola della sospensione delle Leggi; mà che il Papa stà costante nella sua deliberatione; dicendo, Che nelle cose desiderate da lui, si parla indorato, & in quello, che altri vuole, si parla chiaro, Replicò immediate il Prencipe, Che il Senato ha parlato chiaro, anzi chiarissimo & che non intende di esser in obligo di alcuna cosa più oltra, che di quello che ha espressamente detto.
      L'Ambasciator di Francia dopo lui riferì, Che il Cardinale, giunto à Roma, haveva trovato il Papa informato di tutto quello, che egli havrebbe voluto proponerli innanzi lo sapesse da altri, & però la Santità sua era assai raffreddata: la qual finalmente anco scoperse, che D. Francesco haveva spedito quatro Corrieri un dietro l'altro, con avviso, che esso Cardinale non haveva havuto parola più di lui; & che quanto haveva ottenuto, si mostrava anco per Roma in scritto: & che erano parole generali, lequali non solo non concludeva quello, che la Santità sua pretendeva, anzi il contrario: onde si vedeva, che il viaggio del Cardinale non era fondato sopra cosa soda.


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Historia particolare delle cose passate tra il Sommo Pontefice Paolo V e la Serenissima Repubblica di Venezia
di Paolo Sarpi
pagine 236

   





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