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      Instava ancora, che si publicasse il manifesto rivocatorio del primo, innanzi fossero levate le Censure. Et non essendo vera la lettera divolgata, si facesse mentione di lei, dichiarandola falsa. Proponeva ancora il Cardinale, che si facesse una scrittura con li Capitoli delle cose accordate; dicendo d'haverne portato la formula da Roma, nella quale si tacesse delli Giesuiti & poiche non si restituivano, almeno non si nominasse l'esclusione. Et quando paresse punto così importante, che non dovesse restar' in ambiguo, almeno si nominasse la loro esclusione più dolcemente che fosse possibile. Mà quanto al consegnar li Prigioni con Protesto, l'Ambasciator Fresnes decise la difficoltà, dicendo, che sono del Rè, & a lui come Ambasciator suo debbono esser consegnati, & egli si contentava di riceverli con la protestatione, di che ne il Papa, ne altri havevano da intromettersi.
      Le altre difficoltà furono di nuovo ventilate in Senato il dì 14. & poi trattate col Cardinale li tre giorni seguenti, & risoluto il tutto in questa maniera.
      Che il Cardinale in Collegio, senza far altra attione, annontiasse, che erano levate, overo levasse le Censure: (cosa, che non meno si poteva fare, presupponendole invalide) Et nell'istesso tempo il Prencipe li mettesse in mano la rivocatione del Protesto. Fù ancora concluso il modo di consegnar li prigioni secondo la risolutione di Fresnes, che non si formasse cosa alcuna delli Capitoli dell'accommodamento, mà bastasse la parola della Republica dall'un canto, & del Cardinale dall'altro.


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Historia particolare delle cose passate tra il Sommo Pontefice Paolo V e la Serenissima Repubblica di Venezia
di Paolo Sarpi
pagine 236

   





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