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      Esse coprono un intervallo di più che cinque secoli fra gli anni 523 ed 8 av.Cr. In questa scienza delle osservazioni celesti e delle tavole del moto degli astri i Babilonesi precedettero in alcune cose i Greci, della cui Astronomia lo sviluppo principale ebbe luogo nell'intervallo di quasi sei secoli trascorso fra Metone e Tolomeo, cioè a un dipresso fra gli anni 450 prima di Cristo e 150 dopo Cristo.
      Strassmaier si associò per la parte astronomica il suo compagno P. Epping, e dal comune lavoro uscì nel 1889 il primo saggio delle loro interpretazioni sotto il titolo Astronomisches aus Babylon29, che fu per gli storici e per gli astronomi una vera rivelazione. Dallo studio di due sole tavolette, contenenti sotto forma di Effemeridi la predizione dei fenomeni celesti per gli anni 111 e 123 prima di Cristo, essi dedussero i principî e i metodi di quegli astronomi, tanto diversi da quelli che usarono i Greci, e stabilirono in modo definitivo il significato di molti nomi proprii di pianeti e di stelle, e, quel che era più difficile, il significato di una quantità di termini tecnici. Con una sagacità veramente ammirabile essi non solo diedero l'interpretazione, ma crearono gli strumenti dell'interpretazione; e giunsero a risolvere in parte un problema analogo a quello, in cui si proponesse oggi di ricostituire gli elementi, supposti perduti, dell'Astronomia Copernicana e Newtoniana col solo aiuto di un volume lacunoso ed incompleto della Connaissance des Temps, o del Nautical Almanac.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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