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      E tale notificazione era necessaria in un'epoca, in cui diventava sempre più evidente la necessità di segnare nei documenti giuridici e nei contratti la data completa di giorno, mese ed anno.
      Non tardarono però i Babilonesi ad avvedersi che un modo assai meno arbitrario ed assai più esatto per definire l'opportunità dell'intercalazione e per fissare il principio di ogni anno si poteva desumere dall'epoca in cui una data stella diventava visibile al mattino sull'orizzonte orientale dopo esser stata per più o men lungo tempo occultata dai crepuscoli solari; in una parola, dall'epoca del suo levare eliaco. Quest'epoca poteva allora, pei bisogni del calendario, esser considerata come fissa per rapporto al moto del Sole ed al progresso delle stagioni36. Osservando dunque ogni anno il levare eliaco di una medesima stella si poteva far in modo, che il calendario non si dilungasse troppo da una certa norma stabilita in principio, ed ottenere che al medesimo mese dell'anno corrispondesse sempre entro certi limiti dipendenti dalla variabilità degli anni lunisolari, la medesima stagione. Ma quest'unica osservazione da farsi ogni anno poteva facilmente esser resa impossibile dal tempo annuvolato. Per questo senza dubbio, ad assicurare la riuscita di tal metodo, i Babilonesi usarono osservare il levare eliaco non di una, ma di parecchie stelle ripartite su diversi mesi. Essi stabilirono per regola, che il loro calendario fosse considerato in buon ordine, quando delle date stelle ciascuna faceva il levare eliaco nel mese ad essa assegnato; che invece si dovesse intercalare il 13° mese tutte le volte che ciò non aveva luogo.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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