Pagina (107/604)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      In qualche documento è considerato come unità principale il giorno medesimo, che va diviso in 60 parti, ogni parte in 60 minuti, ecc. Ma l'unità astronomica usata da Kidinnu nei suoi calcoli lunisolari è il doppio kaspu, cioè la sesta parte del giorno. Suddividendo questa in 60 parti secondo l'uso invariabile dei calcolatori babilonesi, si ha una durata di 4 dei nostri minuti, che colle sue ulteriori suddivisioni di 60 in 60 parti costituisce la più comune base pei computi del tempo astronomico. È l'intervallo di tempo in cui il Sole avanza di un grado nella sua rivoluzione diurna; motivo per cui l'ideogramma UŠ che serve a designarlo nei cuneiformi è stato tradotto per grado temporale (Epping: Zeitgrad). Questo grado di tempo e le sue suddivisioni corrispondevano esattamente al grado di arco e alle suddivisioni di questo. Come il grado di arco occupava la 360ª parte di tutta la circonferenza, così il grado di tempo rappresentava la 360ª parte di tutta la rivoluzione diurna. Questa corrispondenza produceva nei calcoli astronomici una facilità, che gli astronomi posteriori non han saputo conservare. La divisione della rivoluzione diurna in 360 gradi temporali si trova già in un documento dell'epoca di Cambise, quella del circolo in 360 gradi è forse ancora più antica, e probabilmente l'una è derivata dall'altra.
      La misura in gradi sembra tuttavia non fosse usata a Babilonia che per grandi archi della sfera celeste, e specialmente per la divisione dei segni zodiacali in 30 parti.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





Kidinnu Sole Epping Zeitgrad Cambise Babilonia