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      Nel documento che ne dà notizia è denominato il periodo di Kaksidi66. È questo il nome della più celebre stella del cielo babilonese, e forse si poneva qui per significare una stella in generale, o quella il cui nome vale per tutte. Quale fosse la stella designata con quel nome, non é ancora intieramente stabilito. Jensen e Kugler stanno per a Orionis; non mancano però argomenti che condurrebbero ad identificarla con Sirio.
      In conseguenza della figura ellittica della sua orbita la Luna non descrive intorno alla Terra ogni giorno il medesimo numero di gradi; la sua velocità angolare oscilla regolarmente fra un valore massimo ed un valore minimo. Il periodo di questa fluttuazione, cioè l'intervallo (medio) di tempo compreso fra due massimi e due minimi consecutivi costituisce il mese anomalistico, il quale è alquanto più lungo del mese sidereo per questo, che l'asse dell'ellisse descritta dalla Luna non ha direzione fissa, ma ruota intorno alla Terra, compiendo un giro in nove anni o poco meno, con movimento diretto. Gli astronomi babilonesi del II secolo avevano una piena cognizione di questo fatto e del mese anomalistico, che in Grecia era già noto a Callippo ciziceno (330 av. Cr.); essi ne tenevano conto nei loro calcoli lunari. La durata del mese anomalistico data qui sopra é quella usata da Kidinnu, ed è dedotta da ciò, che secondo le osservazioni 269 mesi anomalistici risultavano equivalenti a 251 mesi sinodici. La massima e la minima velocità angolare diurna erano calcolate da lui in 15° 16' 5" e 11° 5' 5". Nelle posizioni intermedie si supponeva che la velocità variasse uniformemente fra un limite e l'altro.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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