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      Rispetto alle eclissi di Sole, dalle ricerche di Kugler appare che facessero pure qualche tentativo. Il limite di queste eclissi fu da loro supposto uguale a quello che l'osservazione aveva fornito per le eclissi di Luna, cioè 20° e più, che non è molto lontano dal vero. Ma tal eguaglianza mostra che essi non avevano alcuna sicura cognizione geometrica del problema delle eclissi solari. Non essendovi nei loro calcoli alcun indizio della parallasse della Luna, noi dobbiamo credere che o l'ignorassero affatto, o supponessero la Luna infinitamente distante, oppure che ne credessero nullo l'effetto, supponendo la Luna posta quasi alla stessa distanza che il Sole. Per ora non abbiamo altro da fare a questo proposito, che aspettar luce da nuove indagini.
      I PIANETI. - La tendenza che domina in tutta l'Astronomia babilonese é di scoprire nei fenomeni celesti tutto quello che vi é di periodico, e di ridurlo ad espressione numerica per modo da poterne prevedere il rinnovamento avvenire. Rispetto al Sole ed alla Luna il problema era relativamente semplice; l'ordigno consueto delle progressioni aritmetiche a differenze uniformemente crescenti o decrescenti fu riputato bastante a rappresentare in modo plausibile le variazioni non molto grandi delle loro velocità apparenti. Ma il corso dei cinque pianeti presentava irregolarità e complicazioni ben più gravi. Non solo la velocità del loro progredire lungo lo zodiaco era estremamente variabile, ma in certi momenti finiva per diventar nulla; poi il moto si faceva addirittura retrogrado durante un certo intervallo, arrestavasi una seconda volta, e finiva per ripigliare il corso normale di prima.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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