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      Il carattere puramente empirico dell' Astronomia planetaria babilonese è qui messo in piena evidenza.
      La precedente esposizione non potrà dare al lettore che un'idea sommaria della ricchezza di osservazioni, della originalità d'idee e dei complicati artifizi di calcolo, con cui i Babilonesi han tentato di risolvere i più importanti problemi dell'Astronomia. Nondimeno essa basterà a metter in luce i caratteri più generali di questi pazientissimi lavori, continuati sempre secondo i medesimi principî per l'intervallo di molte generazioni, dal tempo della caduta di Ninive fino all'êra volgare. Già nelle età precedenti l'Astrologia pei suoi fini di puro interesse umano aveva condotto ad una continuata osservazione del cielo i membri dei collegi sacerdotali addetti al servizio dei maggiori templi, che erano allora insieme centri di religione, di arte divinatoria, e di studio. L'influsso reale od immaginario che dai fenomeni di alcuni astri derivava o sembrava derivare sulle cose della terra, combinato colla periodicità di quei fenomeni, mosse da prima nella mente di quegli antichi sofi la congettura, che gli umani eventi si potessero in qualche modo antivedere coll'ajuto dei movimenti celesti; indi la necessità di continuate e diligenti osservazioni su tutto ciò che avveniva in cielo e sui più importanti casi che contemporaneamente o poco dopo avean luogo in terra. Questa attenzione intensa ed assidua, non disgiunta da calcoli concernenti il ritorno dei periodi, e la predizione diventata possibile di alcuni fenomeni celesti, condusse finalmente all'Astronomia, la quale a dir vero, da principio non fu che semplice ancella dell'Astrologia.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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